1950: Radio e Televisione alla riscossa

Gli anni ’50, come vedremo, segnano una svolta importante nella cultura di massa.

L’Italia si trova ad affrontare gli strascichi della Seconda Guerra mondiale ed il bisogno di ricostruire; ricostruire non solo le infrastrutture e l’industria, ma anche la cultura ed il morale della popolazione.

I mezzi che hanno permesso tutto questo li conosci molto bene; sono stati la televisione e la radio.

Dalla radio alla televisione

La radio aveva continuamente scandito le ore più importanti degli anni della guerra come fonte d’informazione riconosciuta da tutti, ma con la produzione di massa di beni di largo consumo, la crescita della popolazione impiegata nel settore industriale e terziario e il generale aumento del benessere economico diventa possibile avere un pubblico vasto e disperso raggiungibile da un mezzo di comunicazione di massa come la televisione.

Nata già alla fine degli anni Trenta, la televisione subisce uno stop a causa dello scoppio della guerra, in cui è la radio a farla da padrona poiché tecnologicamente più avanzata.

All’inizio degli anni Cinquanta, invece, la televisione, migliorata e perfezionata, inizia ad entrare nelle case degli italiani e prende il suo posto accanto alla radio.

3 Gennaio 1954, si va in onda

Il 3 gennaio 1954, l’Italia assiste alla prima programmazione nazionale in bianco e nero a cura della RAI.

La prima immagine trasmessa, è quella dell’annunciatrice Fulvia Colombo che annunciò l’avvio ufficiale delle trasmissioni televisive regolari, seguita dalla messa in onda del primo programma “Arrivi e partenze” condotto da Mike Bongiorno.

Siamo ufficialmente in onda.

La televisione diviene un fenomeno sociale di portata storica: non solo cambia le abitudini e lo stile di vita, ma diviene anche mezzo di informazione, educazione.

La televisione ha, infatti, un ruolo fondamentale nella formazione di una lingua Nazionale e nella lotta all’analfabetismo grazie al programma del dottor Alberto Manzi.

La radio cambia

Con l’avvento della televisione, la radio deve mutare e conquistare uno spazio proprio per poter sopravvivere.

Se la televisione è l’immancabile appuntamento della prima serata, la radio moltiplica l’offerta per restare “accesa” 24 su 24 e si sviluppa la programmazione notturna.

Se la televisione è mezzo di educazione ed informazione, i nuovi programmi radio tendono a catturare sempre più l’attenzione del pubblico giovanile e delle casalinghe.

La programmazione radiofonica si adatta alla concorrenza dei programmi TV e sottolinea la differenza tra i due mezzi.

La radio diventa in seguito espressione di libertà, colonna sonora del desiderio di spostamento, alla ricerca del futuro dalla infinite possibilità.

E’ così che attraverso la radio arriva la voglia di ribellione dei giovani, la diffusione di programmi liberi, giradischi e l’americano Rock ‘n’ Roll segnano definitivamente la svolta culturale, un definitivo distacco dalla musica, moda e stile degli anni precedenti.

Come puoi ben immaginare, gli anni ’50, attraverso questi due potentissimi mezzi di comunicazione come la radio e la TV, segnarono profondamente il progresso della comunicazione moderna, spostando l’informazione verso una diffusione sempre più di massa.


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