Il manifesto, così come lo intendiamo oggi, è il mezzo propagandistico e pubblicitario più antico ed utilizzato della storia.

Vediamo insieme come si sviluppa nei secoli la creazione, la forma e l’utilità di questo potente mezzo fino ad arrivare ai giorni nostri.

Il manifesto pubblicitario artistico dal ‘700 al ‘900

Nel 1700 i manifesti pubblicitari occupavano la quarta pagina dei quotidiani dell’epoca. Ogni manifesto che veniva pubblicato era stato realizzato dalle sapienti mani di artisti che vedevano in questo un’ importante occasione di esprimersi artisticamente e concettualmente.

Infatti, i manifesti settecenteschi venivano realizzati da pittori, assumendo così una grande valenza artistica oltre che funzionale alla promozione di articoli di ogni genere.

Fino agli anni ’20 del ‘700 gli annunci erano pubblicati a titolo gratuito sui giornali. E’ solo dalla seconda metà del secolo che se ne intuì l’importanza e venne imposto un pagamento per la pubblicazione.

La patria della nascita e dello sviluppo del manifesto pubblicitario con valenza artistica fu Parigi, come testimonia una lettera del celebre Camille Pissarro indirizzata al figlio in cui spiegava che l’interesse principale degli artisti era diventato il manifesto e la stampa.

Le arti visive cominciarono in seguito a mescolarsi con l’editoria e presto cominciarono gli studi relativi alla pubblicità e al potere delle immagini associate al testo.

Alla fine del XVIII secolo e con gli inizi del XIX, così, nacquero le prime agenzie pubblicitarie, e grazie al processo di industrializzazione e all’avvio delle produzioni in serie crebbe l’interesse di allargare il raggio di vendite grazie all’utilizzo della pubblicità di massa con la stampa dei manifesti.

La stampa del Manifesto Pubblicitario in Italia

In Italia senza dubbio rimangono memorabili i manifesti propagandistici utilizzati dalle forze politiche durante la seconda guerra mondiale.

 Importanti artisti italiani dell’epoca produssero diversi manifesti di grande formato contenenti slogan e immagini evocative che venivano affissi ai muri delle città.

E’ dagli anni ’50 che il manifesto pubblicitario riprese a tutta forza il suo scopo principale, anche grazie alla nascita della RAI (Radiotelevisione Italiana), che ha mutato il modo di concepire la pubblicità introducendo una nuova forma ed un nuovo linguaggio.

I manifesti, e più in generale tutto il materiale pubblicitario, assunsero ben presto un tono più vivace; si iniziarono ad utilizzare colori vivaci capaci di attirare l’attenzione, toni ironici e anche divertenti.

Negli anni ’70-’80 assistiamo poi ad un altro mutamento di linguaggio.

 I manifesti pubblicitari diventano dissacranti e provocatori. L’utilizzo della fotografia sostituisce in gran parte le immagini iconiche utilizzate fino ad ora e centrali divennero le campagne su tematiche sociali che fossero in grado di smuovere le emozioni  dell’utente medio.

Oggi, nonostante l’avvento di Internet e dei Social Media, il manifesto pubblicitario mantiene e difende un’importanza non indifferente nel mondo della pubblicità. Si stima infatti che il settore della stampa del manifesto pubblicitario sia in continua crescita col passare degli anni.

Ecco quindi quanto un semplice manifesto possa, attraversando epoche e cambiamenti, mantenere una valenza senza alcun dubbio memorabile per il mondo dell’advertising sfidando anche gli investimenti sulla pubblicità sul web.


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